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Clapham Junction

Come nel sito maltese Misrah Ghar Il-Kbir, anche nelle contrade Targia e Granatari Vecchi le cart ruts si intersecano e si incrociano in modo simile agli scambi dei binari in una stazione ferroviaria. Il soprannome Clapham Junction che è stato dato da David H. Trump al sito maltese, deriva proprio dalla somiglianza con la nota stazione ferroviaria inglese. Per la Sagona si tratta di solchi agricoli e canali d’acqua, per Mottershead, Pearson e Schaefer si tratta di percorsi abbandonati per via di ostacoli e usura. Non sappiamo ovviamente quale fosse la morfologia del territorio siracusano e rosolinese ai tempi in cui furono tracciate le cart ruts, ma considerando il contesto attuale, di certo non ci sarebbe stato alcun motivo agricolo per realizzarle, data la presenza di terreni fertili, di fonti e corsi d’acqua dolce spostandosi di pochi chilometri. Inoltre, considerando l’estensione del sito di Targia (che, calcolata con Google Earth, risulta circa 5 ettari, quindi almeno il doppio dell’analogo sito maltese), quanti ostacoli avrebbero dovuto incontrare, prima di decidersi cambiare zona? In ogni caso, almeno in un punto a Targia si ha una chiara impressione che tre coppie di binari incassati convergano in uno solo, analogamente a ciò che oggi avviene in una stazione ferroviaria.

Livello del mare

In contrada Pizzuta, la cart ruts che corre lungo la scogliera, a ridosso del mare, è interrotta dal distacco di una grossa sezione di roccia, rimasta adagiata sugli scogli sottostanti: sarebbe interessante capire quando tale distacco sia avvenuto. In ogni caso, data l’eccessiva vicinanza di determinati tratti della cart ruts al precipizio della scogliera, situazione che fa il paio con l’erosione della zona che un tempo probabilmente ospitava le strutture del porto di Eloro, di cui si rilevano potenziali indizi nel (pericoloso…) sentiero che costeggia l’antica sub-colonia siracusana, il paesaggio della costa doveva apparire molto diverso da oggi. Di certo, come già accennato e come dimostrato da un interessante studio sulle pescherie oggi sommerse di alcune ville romane, il livello del mare, due millenni fa, era mediamente più basso di 1,2 metri.
La cart ruts di contrada Pizzuta, che oggi sembra costeggiare un po’ troppo pericolosamente il mare, probabilmente in origine non si trovava proprio a ridosso di quest’ultimo.

Un problema diffuso

Il problema delle cart ruts non riguarda solo l’incertezza sul come, quando e da chi siano stati tracciati questi solchi, ma riguarda anche alcuni particolari, nei dintorni, che non hanno un’apparente spiegazione logica. Ad esempio, vi sono delle fitte linee tracciate sulla roccia, che ricordano le impronte lasciate sul terreno da un mezzo cingolato (riscontrate, in particolare, a Granatari Vecchi e a Noto Antica); oppure, si riscontra a fianco di molti solchi una bordatura, di cui abbiamo già accennato, rispetto alla quale non si comprende quale meccanismo indiretto possa averla provocata o, se realizzata volutamente, a cosa sarebbe servita; o ancora, in particolare a Porta Scea, a Targia, in mezzo ad un tratto di carreggiata, si rilevano delle linee trasversali ogni 70 centimetri. Soprattutto, il problema delle cart ruts riguarda il fatto, che non siano presenti solo nei luoghi colonizzati dai Greci o da Romani, ma sembrerebbero diffuse in tutto il mondo.

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