ARCHIVIO - Luoghi
SIRACUSA, LA PIÙ BELLA POLIS
Se un marziano, completamente ignaro di Siracusa, mi chiedesse un buon motivo per visitarla, io gli darei tre eccellenti motivi per non poter non visitare Siracusa: il Teatro Greco, il Museo Orsi e Ortigia. Facilmente raggiungibile dal camping grazie all’autostrada che va da Siracusa a Rosolini, Siracusa è ben collegata a Pachino anche in pullman.Siracusa fu ufficialmente fondata nel 734 a.C. come colonia della greca Corinto. In tempi relativamente rapidi divenne tra le più importanti e popolose metropoli della Magna Grecia, rivaleggiante con la sola Atene. Il nucleo originario della città, concentrato nell’isola di Ortigia, è andato quasi completamente distrutto dall’evento sismico che ha raso al suolo l’intero Val di Noto nel 1693. La sua ricostruzione in stile barocco ne ha fatto un altro meraviglioso nucleo architettonico di cui la Sicilia può vantarsi. La polis fu...
SAN LORENZO, PORTA DI VENDICARI
Dopo giorni di lavoro per le manutenzioni al nostro camping, Giuseppe ed io, in un tardo pomeriggio di metà aprile, decidiamo di staccare per un po’ la spina. Saliamo in auto e facciamo rotta verso San Lorenzo. San Lorenzo è una contrada nel netino, tra Marzamemi e la riserva di Vendicari, che ospita, senza timore di smentita, tra le più belle spiagge della Sicilia sud orientale, alle quali si accede da una serie di strade parallele denominate da numeri ordinali. Il mare cristallino dal fondale basso e sabbioso è particolarmente adatto ai bambini. In quest’occasione ci siamo inoltrati prima nella IV strada, poi nella IX strada.Dalla IV strada si giunge a un piccolo arenile, tra due caratteristiche scogliere di arenaria modellate dal fluire costante e millenario dei moti marini, dalla sabbia chiara, tendente al grigio ma dai riflessi dorati. Quel giorno il panorama sulla destra...
CALAMOSCHE: L’ALTERNATIVA SICILIANA AI CARAIBI
Calamosche è indubbiamente tra le spiagge sabbiose più belle della Sicilia. Si trova nella Riserva di Vendicari, a metà strada tra Noto e Pachino, quindi raggiungibile dalla SP 19. Dista un paio di chilometri dal parcheggio custodito in cui si arriva dopo aver percorso una strada sterrata. L’auto si può lasciare in quel parcheggio, pagando una tariffa giornaliera che si aggira sui 3 euro, che comprende anche la possibilità di farsi una doccia. Da lì in poi a Calamosche si giunge solo sui propri piedi, passeggiando per una ventina di minuti tra arbusti di mirto, timo e palme nane, per circa un chilometro e mezzo: il sentiero non presenta molte difficoltà a parte un po’ di scale per scendere sulla spiaggia. Tuttavia, specialmente col sole estivo a picco, è poco consigliabile a chi in genere non è abituato a lunghe camminate.E se una passeggiatina non vi scoraggia, vi...
VENDICARI, DOVE IL TEMPO SI È FERMATO
A Vendicari si arriva dalla SP 19 “Noto-Pachino”, purtroppo con i propri mezzi, perché nemmeno in estate esiste un mezzo pubblico che si fermi lì. Ed è un peccato. Vendicari è una riserva naturale che si estende dalle porte di Pachino fino quasi a Noto, per ben 1512 ettari. Ci sono essenzialmente quattro punti di accesso: la nona strada di San Lorenzo, Vendicari (cioè l’ingresso principale), Calamosche e Eloro.
A Vendicari bisogna andare per il mare pulitissimo, per le splendide spiagge di sabbia intercalate da scogliere, per i percorsi lungo la costa tra fichi d’india e palme nane, per i fenicotteri rosa che fanno tappa nei suoi pantani, per antiche tonnare, chiesette bizantine e piccoli teatri greci. Probabilmente non ci troverete un McDonald's, ma ho il sospetto che questo sia solo un bene…
A Vendicari purtroppo i cani non possono entrare per non interferire con gli...
MARZAMEMI, LA RESISTENZA AL NON-LUOGO
Del bello che ci circonda, spesso ce ne accorgiamo solo quando vediamo che è apprezzato dagli altri. Ad esempio, Scicli è stato sempre lì, dietro l’angolo. Tuttavia ci siamo davvero accorti della sua bellezza solo grazie al Commissario Montalbano... Anche del vino di Pachino, l’ormai celebre in tutto il mondo Nero d’Avola, ci siamo accorti di quando fosse buono solo dopo che per decenni l’abbiamo venduto a buon mercato a francesi, piemontesi e toscani come vino da taglio. Se col Nero d’Avola di Pachino si dava corpo ai rossi di Borgogna, al Chianti e al Barolo, tanto malaccio non doveva essere… Ma solo se per gli “altri” è buono, allora è davvero buono. Non è un male che ci si arrivi dopo: semplicemente importa arrivarci, prima o poi. Il problema nasce quando si dimentica o non si sa bene cosa ha fatto sì che una cosa fosse riconosciuta come bella.E per cosa...
ISOLA DELLE CORRENTI, IL CONFINE DEL SUD
L’Isola delle Correnti è tra i luoghi più suggestivi del comune di Portopalo di Capo Passero. Dall’Agricamping Sophia si raggiunge facilmente in un quarto d’ora d'auto. Non esistono mezzi pubblici che portino nei pressi dell’isola. Si potrebbe arrivare in pullman a Portopalo, ma poi bisognerebbe camminare per un’ora e mezza, poiché l'isola dista dal paese sette chilometri. Purtroppo la mancanza di mezzi pubblici è il leitmotiv di tutta la zona. A ridosso della spiaggia è possibile lasciare l’auto in un ampio parcheggio comunale a pagamento.L'isola delle Correnti è il punto d’incontro tra il mare Ionio e il Canale di Sicilia, genericamente anche detto Mediterraneo. E’ estesa per circa un ettaro e ha un dislivello massimo sul mare di quattro metri. E’ collegata artificialmente con la costa, ma di fatto il passaggio è regolarmente invaso dal mare, quindi per...
VILLA ROMANA DEL TELLARO: UN’OCCASIONE MANCATA?
Me ne vergogno un po’, ma ammetto che nonostante la Villa Romana del Tellaro sia proprio dietro l’angolo rispetto all’Agri Camping Sophia, l’ho visitata per la prima volta solo a fine estate 2017. I mosaici (male) conservati avrebbero perfino una valenza artistica superiore rispetto ai già parecchio rilevanti mosaici della più blasonata Villa Romana del Casale di Piazza Armerina: come mai allora sta lì, quasi dimenticata, con insufficienti accortezze per la sua preservazione?A settembre inoltrato, con la stagione estiva in fase calante, decido che sia finalmente giunto il momento di salire in macchina alla volta della Villa Romana del Tellaro. Dopo una decina di minuti di tragitto, poco prima del ponte sul fiume Tellaro, imbocco la strada in cui svetta l’inequivocabile indicazione stradale della mia agognata meta. Percorro lentamente la strada per circa un chilometro, ma...
NOTO ANTICA, DAGLI ALBORI DELLA SICILIA
La Noto attuale, ossia la Noto capitale del barocco siciliano, è una città-opera d’arte eretta in seguito al disastroso sisma del 1693 da menti geniali dell’epoca. Tuttavia la Noto originaria, preesistente alla colonizzazione greca, di probabile matrice sicula, tenuta in gran conto dai greci, poi foederata romana al pari di Messina e Taormina, che ha dato il nome all’omonimo Vallo (uno dei tre in cui la Sicilia venne divisa prima in epoca araba, poi normanna), o meglio, i resti di quella città che un tempo fu la magnificente Netum, si trovano sul crinale del monte Alveria, a dieci chilometri dall’odierno sito.
A Noto Antica si arriva da Noto proseguendo sulla SS287 verso gli Iblei, per poi svoltare a sinistra sulla SP64. Purtroppo l’ultimo tratto di strada, circa 750 metri, è estremamente complicato da percorrere, poiché, seppur asfaltata, si restringe quasi a un’unica...
LA SURREALE PUNTA CIRICA
Punta Cirìca è la sintesi di tutto il fascino che la costa sud della Sicilia è capace di esprimere. Lunghe spiagge separate dalla strada costiera da dune di sabbia dal sapore magrebino. Vegetazione tipica delle zone mediterranee in cui il sole picchia per la maggior parte dell’anno. Scogliere di tufo bianco modellate dal costante infrangersi delle onde. Piccole calette sabbiose. Faraglioni che si ergono fieri dal mare. Sembra di trovarsi all’interno di una tela in cui tutto il paesaggio è stato magistralmente e intenzionalmente dipinto da una mente creativa.La mano dell’uomo, in un certo senso, in effetti c’è: la sistemazione di una scogliera frangiflutti, a protezione di una parte di costa a rischio erosione, ha creato una serie di piscine naturali circolari che concorrono a dare una sorta di tono surreale al paesaggio. Vi si accede da una stradina che porta a un vecchio...
ELORO, UN TUFFO AI PIEDI DELL’ANTICA COLONIA GRECA
Eloro è stata la prima colonia di Siracusa, fondata su una collina che si affaccia sul mare, presso la foce del Tellaro, alla fine dell’VIII a.C. Rimangono rovine di templi, di mura, di necropoli, dell’agorà e di monumenti funerari come la Colonna Pizzuta. E rimane soprattutto tanto amaro in bocca poiché si tratta di un sito archeologico abbandonato alla mercé di tombaroli attrezzati perfino con ruspe, alla ricerca di tesori archeologici da destinare al mercato nero. Tuttavia la “sorte” avversa a questo sito ha origini meno recenti: il piccolo teatro greco risalente alla fine del IV secolo, in parte scavato nella roccia, visibile dal sentiero che porta alla spiaggia, è stato tranciato dall’ignoranza fascista al fine di realizzare un canale idrico per la bonifica dell’area.Leitmotiv della storia architettonica siciliana è la costruzione di edifici da parte della...
NOTO, NON PLUS ULTRA DEL BAROCCO SICILIANO
Che Noto, cittadina di poco meno di 25.000 abitanti, sia il quarto comune italiano per estensione, la dice lunga sulla sua importanza storica e influenza politica, che ha visto come rivale nella Sicilia sud orientale la sola Siracusa. La storia di Noto è millenaria, probabilmente preesistente alla colonizzazione greca. Tuttavia la Noto che oggi conosciamo è stata ricostruita 8 km più a sud rispetto al sito originario, in seguito al devastante sisma che nel 1693 l’ha rasa al suolo. Tale opera di rifondazione si è di fatto rivelata un laboratorio di geniali menti ingegneristiche e artistiche dell’Europa del XVIII secolo, in grado di dar luce all’impianto urbanistico di raffinata architettura barocca oggi conosciuto come centro storico di Noto, divenuto dal 2002 Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO.Il centro storico è un susseguirsi di palazzi, chiese, piazze e scalinate,...
ISPICA E IL LOGGIATO DEL SINATRA
Ispica è una tranquilla cittadina del ragusano, alla quale nel 1693 toccò una sorte simile a quella di Noto: semidistrutta dal sisma, fu in larga parte ricostruita in sede diversa dal sito originario. L’antica città si sviluppava in seno alla parte più a sud della Cava d’Ispica, vallata fluviale fra i monti iblei. Furono mantenuti nel sito originario solo i quartieri costruiti attorno alle semplicemente danneggiate (ma rimaste in piedi) chiese di Sant’Antonio e del Carmine, quartieri che conservano ancora l’impianto irregolare tipico dei borghi medievali. La nuova città venne ricostruita al di fuori della cava, a scacchiera, con strade rettilinee e larghe.Chiamata Hyspicae fundus dai romani, probabilmente in riferimento alla cava, divenne Spaccaforno in epoca medievale per riacquistare ufficialmente l’antico lemma nel 1935, italianizzato in Ispica. La sua ricostruzione...
ELORO: COSA (NON) VEDERE
Del sito archeologico di Eloro ne abbiamo già accennato qui. Si tratta dei resti di un’antica polis, colonia di Siracusa, che purtroppo non c’è verso di poter ufficialmente visitare: tutta l’area è recintata e abbandonata. Fortunatamente l’ufficiosità offre un paio d’inaspettate possibilità a ridosso del mare… La vegetazione incolta, il terreno scosceso, la presenza di pozzi (in verità messi in relativa sicurezza con delle grate in metallo dai volenterosi archeologi che nel secolo scorso si sono occupati dei pochi e insufficienti scavi) e di colpetti di zappa e ruspa qua e là per opera di industriosi tombaroli, rendono la visita del sito non priva di pericoli (rischio di una bella multa a parte). Dal punto di vista della sicurezza è quindi giustificata la sua recinzione. È l’incuria e il suo abbandono che fatico ad accettare. Soprattutto alla vista della villetta...
TORRE SCIBINI: SIMBOLO DI PACHINO (E MENO MALE…)
Tra i monumenti più importanti di Pachino, tanto da essere stilizzata nello stemma araldico della città, la torre Scibini (o Xibini, poiché in passato l’imperfetta scrittura dei termini inizianti con le lettere S e C, spesso tracciate troppo vicine tra loro, dava adito all’errore di trascrizione in X) giace dimenticata sul bordo di una trazzera di campagna, a un paio di chilometri dal centro abitato. Torre Scibini, che subì copiosi danni a causa del sisma che nel 1693 rase al suolo Noto, è stata timidamente ma efficacemente ristrutturata solo nel 1994 da parte della Soprintendenza di Siracusa. Da allora la sua valorizzazione migliore è stata ad opera dalle piante di cappero che floridamente crescono alla sua base…Acquisito nel 1395, durante la dominazione spagnola della Sicilia, dal barone Mainitto Xurtino (o Sortino) di Palazzolo (Acreide), il feudo Scibini era...
TORRE FANO: DA 2500 ANNI CI GUARDA LE SPALLE DAI PIRATI
Quando e perché fu costruita
Sappiamo che nel 1526 Torre Fano fu parzialmente distrutta dal corsaro barbaresco Dragut (in realtà ammiraglio della flotta ottomana, viceré di Algeri, signore di Tripoli e Mahdia), habitué di saccheggi e razzie nelle coste siciliane. Il fenomeno della pirateria barbaresca (da Barberia, ossia il nome col quale gli europei dal medioevo definivano il Maghreb africano, abitata appunto dai berberi), politicamente connesso all’Impero Ottomano, tra il XIV e il XIX secolo è stato una vera piaga per lo sviluppo delle coste siciliane. I corsari barbareschi non si limitavano infatti esclusivamente ad abbordare e razziare navi ma furono protagonisti anche della deportazione e riduzione in schiavitù di migliaia di siciliani (ad esempio, a Lipari, nel 1544, furono deportate 9000 persone), per loro fonte notevole di reddito (una giovane schiava europea poteva...